Il monte Zeledria e i tanti laghi alle sue pendici

Una lunga cresta granitica, montagne che rilasciano acqua come fossero spugne, tanti piccoli laghi, valli boscose silenziose; anche le nuvole basse e scure di oggi aiutano a sentirsi soli nel mezzo della natura; un territorio tanto vicino al clamore di una capitale delle Dolomiti quanto isolato e introspettivo.
Siamo sopra Madonna di Campiglio, sul versante dell'Adamello-Presanella; le montagne sono diverse, granitiche, ricche di acqua, più su di ghiacciai. Siamo alle pendici di questo massiccio e tanto basta per osservare una montagna diversa, compatta eppure così frastagliata; per quanto mi riguarda è appena nato un nuovo amore.


Una estate tribolata, tante incertezze, ansie, attese infinite e speranzose poi quello che doveva succedere è successo, le priorità familiari hanno necessariamente preso il sopravvento, la certosina pianificazione di una tre giorni in quota sulle Odle è svanita nel giro di un nulla. Di fronte ad alcuni momenti della vita nulla è importante, abbiamo riposto il progetto, indirizzi, contatti, tracce e programmazioni per il prossimo anno sperando di riuscire a coronarlo. Nell’ultimo lembo delle ferie estive dovevamo e volevamo staccare, siamo riusciti ad approdare sulle “nostre” dolomiti; abbiamo trovato posto a Sant’Antonio in Mavignola, un minuscolo paese circondato da hotels e garnì, che si stende in posizione privilegiata lungo l’alta val Rendena, pochi chilometri prima di Madonna di Campiglio; dovevamo inventare ogni giornata, nulla era stato programmato ma con le Dolomiti del Brenta di fronte e l’Adamello-Presanella alle spalle l’unico problema che potevamo avere era quello di dare delle priorità alle tante escursioni che potevamo costruire. Ne è bastata una, la prima, a farci scoprire un dettaglio interessante e definirei fondamentale che ci era completamente sfuggito nella settimana invernale di qualche anno fa in cui la neve, cancellando molti dettagli, non ci ha permesso di intuire. La val Rendena scorre in linea di massima con direzione Sud Ovest - Nord Est, grazie alla sua caratteristica, non so se unica, permette di differenziare e variare moltissimo le escursioni; i due versanti che la compongono hanno formazioni rocciose di differente origine geologica, il versante Est delle Dolomiti del Brenta, come tutte le Dolomiti, è formata da una catena discontinua di grosse elevazioni calcaree sedimentarie, dalle tipiche pareti strapiombanti, rugose e ricche di cengie più o meno pronunciate; quello Ovest, composto dal massiccio dell’Adamello-Presanella ha invece origine magmatica intrusiva, roccia cioè che si è solidificata internamente alla crosta terrestre nell’età terziaria, è un gruppo montuoso, (definirlo massiccio è più aderente alla sua realtà) molto più compatto e vasto, ricco di creste frastagliate, di tantissime montagne nella montagna, di ghiacciai, di valli, laghi, cascate e corsi d’acqua, una montagna molto amata dagli arrampicatori per la sua caratteristica roccia granitica, la tonalite, che garantisce porosità, aderenza e fratture che offrono appigli sicuri. Tutta la settimana è stata condizionata pesantemente dalle condizioni meteo, abbiamo avuto solo una giornata di meteo costante e soleggiato, nelle altre giornate non ci siamo mai scrollati di dosso la pioggia e i temporali per deboli o forti che fossero stati. Due erano le nostre ambizioni, un giro sulle Bocchette nelle Dolomiti di Brenta, una Bocchetta qualunque, per capire cosa siano davvero quelle cengie ferrate e il Sentiero dei Fiori, sul versante opposto, sull’Adamello; alla fine abbiamo avuto a disposizione una sola giornata di meteo certo e senza pioggia e proprio sul finire della settimana, inevitabilmente abbiamo dovuto scegliere ed è toccato al secondo, lo racconterò in una delle prossime puntate. Siamo ad oggi, 22 Agosto, momento in cui abbiamo costruito la prima uscita alpina targata 2019: arrivati nel primo pomeriggio al Garnì abbiamo tutto il tempo per preparare gli zaini per il giorno dopo, le previsioni davano meteo incerto la mattina con possibilità di pioggia nella seconda parte della mattinata o nel primissimo pomeriggio, per cui abbiamo deciso di iniziare con un giretto molto “soft” e che avesse agevoli vie di rientro. Salendo con gli impianti da Madonna di Campiglio avremmo raggiunto Pradalago a quota 2088m, per cresta e per il breve sentiero attrezzato Bozzetto saremmo saliti in vetta al monte Zeledria 2427m; da lì avremmo lasciato aperta la continuazione dell’escursione sulla base delle condizioni meteo del momento, le possibilità erano due, continuare in cresta fino alla bocchetta dei Tre laghi e fino ai laghi Gelato e Sèrodoli per cercare di affacciarci verso la Presanella oppure continuare verso i Tre laghi, abbassandoci di quota e rientrare verso Pradalago con diverse opzioni se il meteo minacciasse seriamente pioggia.